Un aereo da trasporto C-130J dell’Aeronautica Militare è caduto intorno alle 14.10 di lunedì 23 Novembre nei pressi dell’aeroporto militare di Pisa, dal quale era decollato per una missione addestrativa. I cinque militari deceduti nell’incidente aereo erano tutti in servizio alla 46^ Brigata Aerea, che ha sede nella stessa città toscana. Si tratta del Maggiore pilota Bruno Cavezzana, 40 anni, di Trieste; Tenente pilota Gianluca Minichino, 28 anni, di Napoli; Tenente pilota Salvatore Bidello, 30 anni, di Sorrento (Napoli); Maresciallo Maurizio Ton, 44 anni, di Pisa; Maresciallo Gianluca Larice, 39 anni, di Mestre (Venezia).
L’Aeronautica Militare esprime il proprio cordoglio ai familiari delle cinque vittime.
Il velivolo, in dotazione alla 46^ Brigata Aerea di Pisa, è precipitato poco dopo il decollo nel corso di una missione addestrativa, nei pressi della base militare toscana.
Magg. Bruno Cavezzana | Ten. Gianluca Minichino | Ten. Salvatore Bidello | M.llo Maurizio Ton | M.llo Gianluca Larice |
SCHEDA INFORMATIVA
C-130J
Il C-130J è un velivolo quadri-turbina da trasporto idoneo anche a missioni di aviolancio di paracadutisti e materiali. L’Aeronautica Militare ne ha in servizio 22 esemplari dal 2000, 12 nella versione standard e 10 in quella allungata.
Il C-130J è la versione aggiornata del C-130H, che ha effettuato il primo volo il 23 agosto 1954.
La versione “J“ presenta sensibili miglioramenti nell’avionica e nelle prestazioni rispetto alla versione precedente.
Impiegato dalla 46a Brigata Aerea di Pisa, questo velivolo costituisce oggi l'ossatura della componente da trasporto dell'Aeronautica Militare. Il ruolo del trasporto aereo, sempre vitale, è cresciuto negli ultimi anni in modo esponenziale per i mutati compiti delle Forze Armate del nostro Paese che hanno visto nell'impiego fuori dai confini nazionali la naturale proiezione della loro missione al servizio della difesa e della sicurezza, a protezione dei valori di progresso civile e di libera circolazione delle idee e degli individui che una Nazione democratica e pacifica come l'Italia è costantemente impegnata a tutelare. Il C-130J è un vettore versatile con il quale giunge ovunque nel mondo il segno dell'impegno dell'Italia, sia nel settore della sicurezza sia nel campo della solidarietà. Il maggiore impegno quotidiano dei C-130J Hercules rimane comunque la rete di collegamenti aerei che fa da "trait d'union" con i teatri operativi "fuori area" più importanti, in presenza di minaccia e di notte, effettuando spesso atterraggi e decolli d'assalto da piste semipreparate e di ridotte dimensioni, anche al massimo delle sue prestazioni. La disponibilità di un vettore come il C-130J ha consentito anche di acquisire di speciali equipaggiamenti, di grande utilità non solo per la compagine militare. E’ il caso della speciale barella (ATI, Aircraft Transport Isolator) che consente il trasporto in sicurezza per via aerea di pazienti biocontaminati in vista del loro successivo ricovero presso strutture ospedaliere specializzate.
BREVISSIMO SUNTO DELLE MAGGIORI MISSIONI UMANITARIE IN TUTTO IL MONDO EFFETTATE DALLA 46ª BRIGATA AEREA
A partire dalla prima missione fuori confini nazionali, datata 1962, la capacità di trasporto dei velivoli della 46ª Brigata Aerea, hanno fatto sì che il Reparto divenisse uno degli strumenti principali attraverso il quale i vari Governi italiani hanno offerto aiuto alle popolazioni in difficoltà in tutto il mondo, per diverse ragioni.
Da quella data la 46ª Brigata Aerea ha volato più di 90.000 ore esclusivamente per trasporto di aiuti di qualsiasi genere, dai viveri, alle medicine, alle apparecchiature mediche, ospedali da campo e tutto quanto può essere utile in condizioni estreme di disagio e crisi.
A fare da cornice a tutto questo si sono sviluppate diverse ed intense attività di cooperazione con molte organizzazioni umanitarie, ONLUS ed unità di eccellenza nel campo dei soccorsi medici e dei recuperi.
Tra questi annoveriamo l’Unità di chirurgia d’Urgenza del Professor Evangelisti, le unità della Protezione Civile, dei VV. F.
Queste attività si sono sviluppate non solo in tutto il mondo, ma anche in Italia in tutte le occasioni che hanno richiesto tempestivi interventi in termini di uomini e mezzi.
Grazie alle grandi capacità di carico degli aerei da trasporto (C130J e C 27J), la Brigata svolge anche il prezioso servizio di trasporto di organi per trapianti e di persone in imminente pericolo di vita che molte volte devono essere caricate a bordo del velivolo con tutta l’ambulanza in quanto non possono essere staccati dalla apparecchiature medicali. Per questo servizio la 46ª Brigata Aerea ha ogni giorno due equipaggi di allarme (12 ore ciascuno) pronti a partire in 120 o 180 primi a seconda dell’esigenza. In tale servizio la 46ª collabora con il 31° Stormo di Ciampino ed il 15° Stormo di Pratica di Mare che effettuano anch’essi diverse tipologie di voli sanitari.
A partire dal 2006, dopo un’intensa attività di studi e sperimentazioni, gli equipaggi ed i velivoli della Brigata hanno raggiunto la capacità di trasporto di persone affette da patologie altamente diffusibili. Questa attività è svolta in collaborazione con i due maggiori ospedali specializzati in malattie infettive con sede a Roma e Milano. In Europa l’Aeronautica Militare Italiana e la Royal Air Force britannica sono le sole due forze aeree in grado di effettuare tale tipo di trasporti.
Nel mese di dicembre 2008 si è svolta a Pisa un’importante esercitazione in collaborazione con il Ministero della Sanità, Ufficio Sanitario di Frontiera Marittima ed Aerea di Livorno ed il Corpo Militare della C.R.I., simulando il trasporto di persone altamente infette presso una prima struttura di biocontenimento appositamente montata presso l’aeroporto militare di Pisa.
Per questi principali motivi, nel giugno 2007 nel corso di una cerimonia internazionale tenutasi a Parigi, la 46ª Brigata Aerea è stata insignita con il “Flight Award”, prestigioso riconoscimento a livello mondiale nel campo aeronautico.
La 46ª Brigata Aerea di Pisa, presente sul territorio da 60 anni, è una realtà fortemente legata alla città toscana ed in stretto e continuo collegamento con tutte le realtà, note e meno note, con le quali nel tempo si è instaurata una collaborazione concreta a favore di coloro che hanno più bisogno.
Di seguito un sunto molto sintetico di quelle che sono state le maggiori missioni umanitarie senza dimenticare che la 46ª partecipa, come tutti gli altri reparti di volo dell’Aeronautica Militare Italiana, alla difesa dello spazio aereo nazionale con la peculiarità di avere compiti di supporto anche per le altre Forze Armate e Corpi dello Stato.
Ex Congo Belga 1960 – 1962 (21 caduti in missione trasporti umanitari – Massacro di KINDU)
Terremoti Turchia 1966 1970 1975 1992 1999
Soccorso alluvionati Algeria 1973
Soccorso popolazione Santo Domingo 1979
Inizio attività Antincendio dal 1980 al 2000 (8 caduti – 1 equipaggio in Sardegna ed 1 eq. a Greve in Chianti)
Operazioni in Libano 1980 – 1982
Terremoti in Iran 1981 - 2004
Ponte aereo per la gravissima carestia in Etiopia 1984
Terremoto in Ecuador 1987
Soccorsi alla popolazione del Mali 1986 - 2004
Terremoti in Russia – Yerevan 1988 – 1990
Missione in supporto al C.N.R. in Antartide dal 1990 al 2000
Soccorsi alla popolazione del Kurdistan 1990- 1991
Soccorsi in Somalia ed Etiopia 1992 – 1993
Aiuti umanitari in Libano 1994
Aiuti umanitari in Ruanda 1995
Aiuti nella Ex Jugoslavia a partire dal 1992 – 1997 (1 equipaggio abbattuto sul cielo di Sarajevo 2 settembre 1992, 4 morti, durante trasporto medicine alla popolazione assediata della capitale bosniaca)
Aiuti alla popolazione di Timor East a partire dal 1999 fino a tutto il 2000
Terremoto in Marocco 2004
Soccorsi alla popolazione di Beslan (Ossezia) a seguito del sequestro della cuola da parte di terroristi Ceceni 2004
Uragano Katrina U.S.A. 2005
Maremoto Sud East asiatico (Tsunami) 2004 – 2005
Alluvione in Georgia 2005
Terremoto in Pakistan 2005
Missione “Ridare la Luce” in Mali dal 2005 al 2008 oltre 2.500 interventi di cataratta, 11.500 visite
Missione in Darfur a favore del contingente africano dell’O.N.U.
Prime elezioni democratiche in Congo RD luglio-dcembre 2006 (EUFOR RD CONGO)
Aiuti al popolo Saharawi nel deserto algerino 2006 – 2007 – 2008
Aiuti umanitari in Sudan 2008
La Bandiera Italiana simbolo della 46ª è insignita delle seguenti onorificenze:
- 1943: Medaglia d’oro al Valor Militare
- 1945: Croce di Guerra al Valor Militare
- 1992: Medaglia d’oro al Valor Aeronautico
- 1996: Croce d’Argento al Merito dell’Esercito
- 2003: Decorazione di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia
- 2008: Medaglia d’oro al Merito Civile
10 commenti:
bravo Hanmar !
mio padre é stato qusi 20 anni alla 46° aerobrigata volando sul C119,partecipò nei primi anni 60 alle missioni dei caschi blu O.N.U. in Congo diventato tristemente famoso per la strage di Kindu, sono nato a Pisa, ho persino abitato in aeroporto, mi sento particolarmente vicino a queste persone.
E' veramente incredibile constatare che esistono personaggi di livello così infimo che gioiscono per un incidente aereo.
Chissà cosa caspita è successo... trovo difficile però pensare a un colpo di vento così forte da far perdere il controllo a un C130, come è stato inizialmente ipotizzato.
Io non ho resistito e ho scritto quello che mi sentivo addosso.
Arturo uomo di m****.
Onore qi ragazzi caduti, condoglianze ai loro cari.
Condoglianze alle famiglie delle vittime.
@ ǚşå÷₣ŗẻễ
non conosco le condizioni meteo al momento dell incidente, putroppo é possibile che una raffica o windshear, colpo di vento non è il termine adatto, possa far schiantare un aereo
Ottimo post.
Stavano esercitandosi con circuiti a relativamente bassa quota. L'inchiesta dirà cosa è successo. Meteo, piantata motore in virata, errore umano...
In questo momento poco importa.
Arturo e c. dimostrano una volta di più di essere uomini piccoli e meschini che non conoscono sentimento perché probabilmente non ne ricevono.
Alla fin fine sono da compatire.
Per questi servitori dello stato, la bassezza dei topi di fogna non è nemmeno da prendere in considerazione.
Condoglianze alle famiglie.
da pisano posso solo dir loro GRAZIE
Commento con ritardo qui, Hanmar, perché ho letto con estrema attenzione tutto il tuo post, per il quale ti faccio i complimenti più sinceri.
Detto questo, e con l'ovvio sottofondo di cordoglio per i cari di queste 5 persone, dico la mia.
Sono sempre stato un pacifista convinto, a suo tempo feci il servizio civile (per 15 mesi, se no avrei dovuto farne 24, intervenne una sentenza della consulta a congedare me e molti altri) che ringrazio perché grazie anche a quello che "imparai" lavori che svolsi successivamente e in parte anche ora. Non mi sono mai state simpatiche le "divise" siano esse di poliziotti e affini o di militari; ma non quelle dei 'soldati semplici' eccetera, ma quelle di molte teste di serie delle alte sfere, perché chi si fa il mazzo SERIAMENTE e fa qualcosa per gli altri sono i 'pesci piccoli'. E anche per questo, per farla breve, MAI gioirò o sorriderò o insulterò anche nel mio intimo o privato per la morte di persone che facevano il loro dovere e che (nel caso in questione) oltretutto si stavano ESERCITANDO per, chissà, anche, compiere reali missioni umanitarie, come quelle da te descritte. I nematelminti sono quelli di TE, che ho ampiamente stigmatizzato in altri luoghi, anche dall'amico eSSSe.
Ho deciso di scrivere queste parole appena ho letto che (se non sbaglio) la I missione del 46mo è coincisa col massacro di Kindu, nei primi anni '60. Una 20ina di persone REALMENTE impegnate in una missione di pace. Per questo ed altro, senza alcuna retorica da parte mia, onore ai morti e condoglianze sincere ai loro cari, di nuovo.
Ai nematelminti dico solo: mi fate schifo.
Scusate la lunghezza del commento.
ilpeyote seriamente arrabbiato con certi vermi
Commento in megaaritardo perchè ero via dall'Italia e non ne sapevo nulla. Al solito, chi si spacca in quattro per salvaguardare questa nostra cara terra viene insultato quando compie il suo dovere e poi ci resta. Disgraziati i calunniatori, condoglianze alle famiglie dei caduti.
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